sabato 26 settembre 2015

Memoria di guerra

 
 
Ho assistito, al Teatro al Castello di Malcesine, con piacere alla serata per non dimenticare a memoria della guerra 1915-1918 che ha coinvolto giovani di tutta l'Italia. Malcesine ha ricordato i suoi figli morti per la patria. E' stata una serata emozionante anche per il ricordo dei ragazzi che hanno sacrificato le loro giovani vite per la patria e per un ideale. Nel corso della serata ho scritto due parole che mi permetto di condividere con quelli che mi vorranno leggere, con quelli che amano la poesia e anche con quelli, ahimè, che non la considerano proprio.
 
Memoria
di caduchi
giorni,
ammorbati
da polveri
sollevate
dal rimbalzare
di incolpevoli
corpi
mandati
a morire
per la terra
usurpata
dal contiguo
vicino.

Il Piave
a ricordare
barriere
da opporre
al nemico
e armi
letali
per poveri
cristi .

Sangue
per terre
bramate
con lutti
di madri
straziate.

Cessata
la guerra,
cimiteri
gonfi
di croci.

            Giuseppe Romano

25/09/2015


giovedì 24 settembre 2015

Rassegna poetica "Dai voce alla tua creatività"



Il 18/09/2015, presso il Caffè Grande Lendinara, mi è stato conferito il primo premio della giuria popolare alla rassegna poetica "cult" con la poesia : PARLARTI D'AMORE che qui pubblico:


Parlarti d'amore.....

E' strano
parlarti d'amore
a quest'ora,
quando il cielo dorme
e la luna struscia
con le stelle
per conquistare
pole-position di giornata.

Eppure è di ciò
che ho voglia
a quest'ora di notte,
con te che sogni
in un'altra galassia,
non sognando me,
ma principi azzurri
da divorare con lo sguardo.

Non senti l'ansia
che sale lentamente,
il ritmo del cuore
arrampicarsi a scatti,
le grida silenziose
che vagano dentro,
sinonimi perenni
di vulcani in letargo.

Sussulti tutti
che vivono a soggetto,
scene di teatro di mimi
pronti ad animarsi,
tentacoli avvolgenti
intesi a rivelarti
il sogno di una notte
che attende l'alba.

Anche stanotte
ti ho parlato d'amore,
volando a bassa quota,
sfiorando la tua pelle
che sa di pesca ancora acerba,
pauroso di smarrirti,
complice il sole,
nell'orizzonte nebuloso.

                     Giuseppe Romano


                                                  Motivazione


                     Il tema dell’amore, spesso crinale scivoloso verso la banalità, viene qui trattato in modo originale e per nulla scontato.
             Colpisce la capacità dell’autore di trattare un’emozione così complessa con tocchi poetici quasi impalpabili. Di impatto risulta essere la dimensione interiore dell’amore qui descritto, vissuto in modo puro, celato, in punta di piedi, timoroso che si perda alla luce del sole.

                     Pur presentandosi strutturato e ben costruito, il componimento risulta nel complesso leggero, immediato nel colpire il lettore e di grande impatto emotivo. I versi si mostrano ben curati anche nella musicalità e nella ricercatezza dei termini.

                       Ciò che colpisce è anche lo spessore descrittivo dei versi e delle singole parole, utilizzate dal poeta quasi fossero pennellate su una tela a dipingere paesaggi emozionali.







lunedì 21 settembre 2015

Interrogativi


Chi sono io?
Chi sei tu?
Chi siamo noi
che spegniamo
luci verdi,
evitando
di guardarci
negli occhi
come estranei
in attesa del bus
alla fermata
di una strada buia,
senza pensilina
per riparare il capo
quando piove,
girando il viso
se il mentecatto
fa il bullo, certo
dell'impunità che
lo circonda?

Chi sono io
che non ho
il coraggio
di sviscerare
il mio pensiero,
sicuramente
distorto, perchè
troppa acqua
è scivolata via
sotto il ponte?

Chi sei tu
che ami
la vita, ma
è ancora presto
per volare come
una farfalla
curiosa di
assaporare
il nettare
del fiore
fresco
sbocciato
a primavera?

Chi siamo noi
apolidi vaganti
sulle strade
del mondo,
desiderosi
di stringerci
le mani e
di abbracciarci
senza ritegno
comunicando
amore?

Attendiamo
l'alba,
incrociando
le stelle
con lo sguardo,
e risposte
da mondi
sconosciuti.

Giuseppe Romano

21/08/2015

sabato 19 settembre 2015

Mare Nostrum

 
Arranco
per piste
precarie
segnate
dalla sabbia
arsa
dal sole.

Ghibli
a mutare
percorsi
battuti
da migranti
che sognano
utopiche
lune e
mondi
deliranti
barriere
di filo
spinato.

Mare Nostrum
cimitero
conteso
da fiori
sbocciati
con le rose
del deserto.

                     Giuseppe Romano


            19/09/2015
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